Non so parlare

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Omikron
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Non so parlare

Postby Omikron » 2010-01-17, 12:04

Ciao tutti!

Ho appena cominciato ad imparare italiano. Capisco un po', ma non so parlare niente affatto. Quando scrivo mi ci vuole un sacco di tempo per costruire una frase. Quindi voglio domandare un consiglio a loro: quale metodo è il più efficiente per imparare di rapidamente trovare le parole e rapidamente costruire le frasi?

(Naturalmente mi farebbero un gran favore se correggono quello che ho scritto.)

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leppie
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Re: Non so parlare

Postby leppie » 2010-01-17, 20:16

Quasi perfetto
(Almost perfect)
Omikron wrote:Ciao tutti!
Ho appena cominciato ad imparare l'italiano, ma non so parlare(parlarlo) niente affatto per niente/affatto. Quando scrivo mi ci vuole un sacco di tempo per costruire una frase. Quindi voglio domandare chiedere un consiglio a loro voi (chiedervi un consiglio): quale metodo è il più efficiente per imparare di rapidamente trovare a trovare rapidamente le parole e a costruire rapidamente le frasi?

(Naturalmente mi farebbero fareste un gran favore se correggono correggeste quello che ho scritto.)


Alcune note:
Niente affatto va bene da solo, dando una risposta. Ma siccome c'è già la negazione (non), è meglio usare o "affatto" o "per niente" (il secondo è più comune). (you can use "niente affatto" alone when answering, but it that sentence there's already a negation "non". "Per niente" is more common than "affatto".

chiedere un consiglio. Domandare un consiglio non è sbagliato, ma suona un po' letterario. ("domandare" is a bit bookish)

a loro: la terza forma plurare come forma di cortesia non è più usata, si dà del voi. (The third plural form is nomore used, just use "voi").

correggono: oltre a usare il "voi", qui devi usare il congiuntivo imperfetto, perché hai usato il condizionale (fareste) prima. Here you have to use past subjunctive (alongside with the "voi") since you've used the conditional in the preceding sentence.


In quanto al consiglio, non saprei cosa dirti... Leggi e scrivi molto, anche qui, e fai pure domande.
Se il drago rifiuta di combattere,
forse è solo pigro.
Ma se ignora la zanzara,
allora è davvero addormentato.

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Re: Non so parlare

Postby Omikron » 2010-01-20, 16:50

Grazie mille per la correzione!

Trovo un po' divertente che ho usato "loro" invece di "voi" per forma di cortesia, perché mi ho servito di un corso d'italiano che ha più di 50 anni! Forse bisogna che usi materiale più moderno! :lol:

Il congiuntivo mi dà del fastidio, perché nella mia lingua non si l'usa quasi mai. Allora, se si usa il condizionale nella proposizione subordinata, bisogna che si usi il congiuntivo nella proposizione principale. Ma mi dica ora, è anche possibile scrivere così: "mi fate un gran favore se correggete quello che ho scritto"? Se è possibile, quando si usa l'uno e l'altro?

Continuo a leggere e scrivere qui, nel questo forum, ma perché non ho molto tempo per questa la mia intenzione di imparare l'italiano, non posso rispondere immediato. A proposito, che cosa significa il argomento "Discussion group"?

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Massimiliano B
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Re: Non so parlare

Postby Massimiliano B » 2010-01-22, 16:50

Salve.
"Mi fate un gran favore se correggete quello che ho scritto" è un periodo ipotetico del primo tipo, detto dell'oggettività o realtà, nel quale la condizione che viene espressa nella protasi (la frase che inizia col "se...") è presentata come un fatto reale, oggettivo, certo, o probabile. L'apodosi (la conseguenza) è espressa con il modo indicativo o con l'imperativo (s. "se vuoi andare, vai!").
"Mi fareste un gran favore se mi correggeste quello che ho scritto" è un periodo ipotetico del secondo tipo, detto dell'eventualità o della possibilità. La condizione espressa nella protasi è presentata come un fatto possibile, che potrebbe avverarsi o no, e si esprime col congiuntivo imperfetto; l'apodosi, invece, va al condizionale presente, o, a volte, all'imperativo (es. "se tu cambiassi idea, fammelo sapere!").

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Re: Non so parlare

Postby lama su » 2010-01-22, 19:57

a livello strettamente gramamticale la spiegazione di massimiliano è perfetta, però qui penso che non sia tanto una questione di realtà/probabilità, quando una questione di formalità e cortesia:

se dici "Mi fate un gran favore se correggete quello che ho scritto" il tono suona molto colloquiale, e in certi contesti può suonare quasi come un invito enfatizzato, un'ingiunzione, quasi un ordine (per esempio un maestro dice agli alunni agitati: "mi fate un gran favore se smettete di far rumore" = "smettete di far rumore")

se invece dici "Mi fareste un gran favore se mi correggeste quello che ho scritto" il tono è molto più formale e cortese, e suona molto più adatto ad una richiesta di aiuto o spiegazioni.

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Re: Non so parlare

Postby Omikron » 2010-01-25, 15:17

Grazie per la spiegazione! Credo che abbia capito: Se la condizione non è certo o non è molto probabile e/o si voglia essere cortese, si usa il congiuntivo e la condizionale (o il imperfetto); se la condizione è certo, quasi come un fatto e/o si voglia essere molto collegiale è possibile usare il indicativo (o il imperativo). 8-)

Ngiuliani

Re: Non so parlare

Postby Ngiuliani » 2010-03-04, 7:11

E' la stessa cosa per me, ma studio italiano da un poco d'anni. Ho appena guardato le notizie e mi sono accorto che non capisco ancora molto di cio' ch'e' detto! :para:

lu:ka

Re: Non so parlare

Postby lu:ka » 2010-05-18, 10:27

Ti correggo qualche errore
Omikron wrote:Grazie per la spiegazione! Credo di aver1 capito: Se la condizione non è certa2 o non è molto probabile e/o si vuole3 essere cortese, si usa il congiuntivo e il4 condizionale (o l' 4imperfetto); se la condizione è certa2, quasi come un fatto e/o si vuole3essere molto informale/colloquiale5 è possibile usare l' 4indicativo (o l' 4imperativo). 8-)


1 se dici "credo che abbia capito" sembra che tu stia parlando di un'altra persona (credo che lui/lei abbia capito) perché con il congiuntivo esprimi incertezza, tu invece ritieni di "aver capito" (è un fatto compiuto) ne sei praticamente certo.
2 l'aggettivo deve concordare in genere con il sostantivo: in questo caso "condizione" è femminile quindi devi usare l'aggettivo "certa".
3 come il verbo essere (che hai correttamente coniugato all'indicativo presente), anche il verbo volere deve essere coniugato all'indicativo presente.
4 l'articolo "lo" (che si elide davanti a vocale diventando "l'") si premette ai vocaboli comincianti per vocale, s impura, gn, ps, x, z; negli altri casi si usa "il"
5 collegiale significa "relativo ad un collegio (=insieme) di persone"; il contrario di "formale" (relativamente al registro linguistico) è "informale, colloquiale, familiare". Io avrei detto semplicemente "si vuole essere informali" senza "molto".

Spero che le mie correzioni ti siano di aiuto. ;)

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Re: Non so parlare

Postby Massimiliano B » 2010-05-20, 23:01

lu:ka wrote:Ti correggo qualche errore
Omikron wrote:Grazie per la spiegazione! Credo di aver1 capito: Se la condizione non è certa2 o non è molto probabile e/o si vuole3 essere cortese, si usa il congiuntivo e il4 condizionale (o l' 4imperfetto); se la condizione è certa2, quasi come un fatto e/o si vuole3essere molto informale/colloquiale5 è possibile usare l' 4indicativo (o l' 4imperativo). 8-)


1 se dici "credo che abbia capito" sembra che tu stia parlando di un'altra persona (credo che lui/lei abbia capito) perché con il congiuntivo esprimi incertezza, tu invece ritieni di "aver capito" (è un fatto compiuto) ne sei praticamente certo.


Ha ragione lu:ka a dire che la frase di Omikron non è chiara: "credo che abbia capito", generalmente, significa "credo che LUI/LEI abbia capito".
Non è corretto, però, affermare che la frase "credo di aver capito" sia priva di incertezza: questa, infatti, deriva dall'uso del verbo "credere", che esprime un giudizio personale. Anche se Omikron è "praticamente certo" di aver capito, il fatto è che lui ha espresso questa "certezza" con un verbo ("credere") che "fa scattare", automaticamente, il congiuntivo nella frase dipendente (che io/tu/lui/lei abbia capito), e questo accade proprio perché il verbo "credere", che è un verbo di opinione, implica una certezza non assoluta.

Che sia più corretto dire "credo di aver capito" dipende dal fatto che se il soggetto della proposizione reggente ("credo...") è identico a quello dell'oggettiva ("...che io abbia capito"), la proposizione oggettiva usata è, normalmente, quella nella forma implicita, con il verbo all'infinito, retto generalmente dalla preposizione "di". Dunque, è giusto dire "credo di aver capito" al posto di "credo che io abbia capito", ma la sfumatura di dubbio data dal verbo "credere" permane. Quello che voglio dire è che non si usa il congiuntivo solo perché si crede qualcosa di qualcun altro, come, ad esempio, nella frase "credo che lui abbia capito". In "credo di aver capito" non si usa il congiuntivo solo perché il soggetto delle due proposizioni è identico. "Credo di aver capito" mantiene lo stesso significato della frase (che di solito nessuno pronuncia) "credo che io abbia capito".

Confrontate le frasi seguenti: "so di aver capito" e "so che hai capito". Queste due frasi dimostrano come nella proposizione oggettiva implicita (la prima) si usi la forma con "di" più l'infinito solo perché i soggetti delle due proposizioni sono identici, indipendentemente dalla presenza di un congiuntivo nella proposizione oggettiva esplicita. In entrambe le frasi , infatti, io "so" qualcosa, con la massima certezza possibile. Non avrei quindi bisogno di sottolineare una maggior certezza del mio sapere relativo al mio capire, tramite l'utilizzo della forma implicita ("so di aver capito"), rispetto alla mia certezza relativa al sapere di un'altra persona ("so che lui ha capito"). Questo dimostra che l'uso della proposizione oggettiva implicita (quella col "di" e l'infinito) dipende unicamente dall'identità dei soggetti della proposizione reggente e di quella oggettiva.

La presenza di un infinito passato nella proposizione oggettiva implicita ("...di aver capito") indica un fatto antecendente al credere ("io credo (ora) di aver capito (prima)"), mentre un infinito presente ("... di capire") ne indica uno contemporaneo a quello ("io credo (ora) di capire (ora)").
Il fatto è che omkron non dice di sapere di aver capito (avrei potuto anche scrivere "non dice che sa di aver capito"...dunque, si può anche dire "non dico che so di aver capito", per evitare la ripetizione di proposizioni implicite oggettive, come in "non dico DI sapere DI aver capito", in cui si dimentica quasi, dopo tutti quei "DI", qual è il soggetto), ma di crederlo. Si tratta sì di un fatto compiuto, ma esso non viene saputo con certezza, bensì solo creduto.

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Re: Non so parlare

Postby globetrottersara » 2010-09-03, 17:00

Oppure guardando film già visti: se conosco già la storia, posso concentrarmi sulla lingua, magari con l'aiuto di sottotitoli. Non amo molto i sottotitoli, spesso non sono accurati. Comunque possono aiutare se non si conosce la lingua abbastanza bene da poter seguire i dialoghi senza aiuti.
Di solito appena raggiungo un livello accettabile, non uso i sottotitoli e se mi perdo qualche parola, pazienza. Almeno provo un po' di "full immersion" :wink:
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Re: Non so parlare

Postby TeneReef » 2010-12-08, 11:22

Mi piace parlare l'inglese quando sono in Italia. :D
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Re: Non so parlare

Postby lau88_85 » 2011-08-18, 18:37

Omikron, vuoi scambiare dei contatti in italiano contro svedese? :)


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