hāozigǎnr wrote:Anch'io sono di Roma, anche se solo per uno o due mesi all'anno.
Beh ... allora in quell'uno o due mesi scrivimi, se vuoi, e ci organizziamo per conoscerci
Moderator:OldBoring
hāozigǎnr wrote:Anch'io sono di Roma, anche se solo per uno o due mesi all'anno.
Nehushtan wrote:Cosa vuol dire l’espressione mannaggia al diavoletto?
La vedo qualche volta ma non riesco ancora a scoprire il suo senso.
HorribileVisu wrote:Nehushtan wrote:Cosa vuol dire l’espressione mannaggia al diavoletto?
La vedo qualche volta ma non riesco ancora a scoprire il suo senso.
"Mannaggia", usabile anche da solo con valore interiettivo (mannaggia!), viene dall'antica forma "malanno abbia", che si è evoluta prima in "malann'abbia", poi in "mannabbia" e infine in "mannaggia", perchè le prime tre persone singolari del congiuntivo presente, nella tradizione meridionale, passano da "abbia" a "aggia".
"Malanno" viene dal latino "malus (cattivo) annus (anno/annata)" ma nell'italiano moderno prende quasi sempre l'accezione di "malattia" (p. e. "Fuori fa freddo, non uscire, potresti prenderti un malanno"), oppure anche, più in generale, quella di "disgrazia", "sventura", "calamità".
Ora, sebbene, come visto, "mannaggia" significhi "che io/tu/egli abbia una disgrazia!" e quindi conservi all'interno una forma verbale, ovvero il congiuntivo augurativo "che tu abbia", tale forma verbale non viene più percepita e la parola assume in toto il valore di un sostantivo (noun) il cui significato è proprio "malanno"/"disgrazia". Questo giustifica l'introduzione spontanea della preposizione "a" per indicarne il destinatario, cioè per formare il dativo, per cui "mannaggia a me/te/lui/lei/noi/voi/loro", sarebbe, alla lettera, "Bad luck to me/you/him/her/us/them".
Quanto al congiuntivo augurativo/esortativo in "malanno abbia", esso è impiegabile, in certe circostanze, al posto dell'imperativo di seconda persona singolare e plurale (abbi! abbiate!) e ne prende il posto in tutte le altre persone dove l'imperativo è mancante. In altre parole:
che io abbia
che tu abbia (=> imperativo: abbi!)
che egli abbia
che noi abbiamo
che voi abbiate (=> imperativo: abbiate!)
che essi abbiano
A titolo di esempio, l'espressione "mannaggia a te", ma tenendo conto questa volta del congiuntivo augurativo contenuto in "mannaggia", equivale all'augurio "che tu abbia un malanno!" che può essere indirettamente espresso da "vorrei che tu avessi un malanno", letteralmente "I wish [that] you had bad luck".
Come nota a margine, il congiuntivo esortativo/imperativo potrebbe essere alquanto inusitato in inglese, ma ne esiste un esempio eclatante nella preghiera "Our Father" (alla seconda e terza riga sotto, in grassetto rosso) dove coesiste con l'imperativo di seconda persona altrove usato tutte le volte che l'augurio si trasforma in comando diretto alla divinità (p.e. "Give us this day our daily bread).
Our Father, Who art in heaven
Hallowed be Thy Name;
Thy kingdom come,
Thy will be done,
on earth as it is in heaven.
Give us this day our daily bread,
and forgive us our trespasses,
as we forgive those who trespass against us;
and lead us not into temptation,
but deliver us from evil. Amen.
L'espressione "mannaggia al diavoletto" è del tutto personale. Di questo tipo di imprecazioni e esclamazioni ne esiste una varietà infinita poiché ognuno se le inventa adattandole ai propri bisogni e le modifica a seconda delle circostanze. In questo caso il destinatario del malanno è il diavolo stesso, che però viene evocato in maniera gentile (non si sa mai) usando la forma diminutiva-vezzeggiativa in "etto/a". Quindi il significato è "Bad luck to the little, nice Devil". Sostanzialmente questa imprecazione equivale all'espressione di un disappunto molto, molto modesto. Del resto, per quanto "mannaggia" sia effettivamente un augurio di sventura, in pratica non viene avvertito come tale, e resta nei limiti di una manifestazione di disappunto che salta fuori in occasione di piccoli incidenti o contrarietà.
Nella Toscana del sud "Mannaggia!" viene usato ad ogni pie' sospinto, quasi sempre da solo, cioè senza un destinatario. E a proposito di piedi, se vi si appiccica un chewing gum sotto la suola di una scarpa in un giorno di solleone, il vostro "Mannaggia!" non è niente di più né di peggio che "Damn!".
HorribileVisu
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Aggiungo, come nota regionale, che qui a Roma la forma "mannaggia al diavoletto" è usata per lo più nel dialogo con i bambini o tra bambini. Ad esempio se mio nipote cadendo si fa male alle manine potrei dirgli: "Mannaggia al diavoletto! Fammi vedere che cosa ti sei fatto" l'uso del vezzeggiativo in questo caso è dovuto al non voler intimorire il bimbo e al minimizzare la gravità dell'accaduto.
Una filastrocca che usavamo da bambini per fare la pace dopo un litigio recitava: "Mannaggia al diavoletto che c'ha fatto litiga'..." (litiga' = forma tronca di litigare, questo tipo di troncamento sui verbi all'infinito è molto frequente nella parlata dialettale di Roma).
shprakh wrote:Ciao a tutti!
Ok, this friend of mine is driving me crazy. He asked me "How can I answer to this question? : Quanti cucchiai di zucchero usi per fare la torta?" and I replied "ne uso 5" and then he asked me how to answer to "con quanti cucchiai di zuccchero fai la torta?" and the obvious answer is "con", right? But he wants to know just why. Why not the partitive in that case.
I even feel silly for posting this here. Anyone cares to give my friend a simple, yet satisfactory answer?
Nehushtan wrote:Grazie lu:ka.
E come si traduce “all seven of us” in italiano? “Tutti noi siete”? “Noi siete tutti”? “Tutti siete di noi”? O …?
Ops! Pensavo in spagnolo.IpseDixit wrote:Seven is sette. Siete means you are.
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